FACEBOOK SI SCHIERA CONTRO APPLE

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Apple ha imposto a tutti gli sviluppatori di applicazioni di creare un etichetta che specifichi in dettaglio agli utenti come saranno usati e conservati i dati e per quali finalità. Inoltre ha provveduto ad aggiornare sia la sezione del sito dedicata alla privacy, sia l’informativa privacy che viene mostrata a chiunque usa prodoti e servizi.

Già a Giugno, Apple aveva preannunciato il nuovo corso alla conferenza degli sviluppatori. L’idea è di garantire agli utenti la rintracciabilità tutto ciò che riguarda le applicazioni e la privacy in un unico documento, detto “informazioni sulla privacy“. Questo è un modo per mitigare il problema legato alla lunghezza, difficoltà e scarsa chiarezza delle informative privacy e di data security. . “Non chiediamo agli sviluppatori di cambiare le app o il business model, si tratta solo di dire agli utenti in modo trasparente quali dati vengono raccolti“. Chi non si adatterà però, semplicemente, vedrà le proprie app rimosse dall’Apple Store.

Le “informazioni privacy” sono suddivise in tre diverse schede, ovvero

  • i dati usati per tracciare l’utente, usati a fini pubblicitari collegando le informazioni sulla persona o sul dispositivo raccolti da un app con i dati raccolti da altre app o siti;
  • dati collegati alla persona, all’acount, al dispositivo, all’identità o alla cronologia i navigazione;
  • i dati non collegati alla persona.

FACEBOOK NON E’ D’ACCORDO

Facebook ovviamente non è d’accordo dato che il suo intero business gira, vive ed esiste grazie ai nostri dati. Il passo successivo è stato quello di avviare una vera e propria campagna contro Apple. Infatti, Facebook, ha comprato ben 3 pagine sui principali quotidiani statunitensi e ha perfino aperto un sito per l’occasione.

Facebook si schiera dalla parte delle piccole e medie imprese che, grazie all’advertising, sono riuscite a farsi pubblicità e vendere in tutto il mondo. Le nuove regole imposte da Apple agli sviluppatori, obbligano queste aziende ad ottenere il consenso da parte degli utenti prima di poter elaborare le informazioni a loro afferenti.

D’altronde Facebook sa bene che, qualora venga visualizzata all’utente questa possibilità, esso molto probabilmente sceglierà di rispondere con no. Questo porta alla rinuncia della visualizzazione di pubblicità in linea con interessi e gusti personali. Inoltre, evita allo stesso tempo di vedere tracciata le proprie attività on line e nelle app. Facebook ha osato anche delle stime, affermando che l’entrata in vigore di questa policy produrrà danni pesantissimi: la previsione è di un calo del 60% delle vendite di fronte allo stesso livello di investimento in advertising.

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