TRASFERIMENTO DATI EXTRA UE

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Lo European data protection board (EDPB) il 10 novembre ha lanciato una consultazione pubblica su uno schema di provvedimento. L’obbiettivo è di identificare rimedi e soluzioni capaci di garantire il trasferimento di dati personali dall’Europa agli Stati Uniti. Questo dopo che, con la Sentenza della Corte di Giustizia C-311/2018 (nota come Schrems II) i Giudici di Lussemburgo hanno dichiarato invalido il cosiddetto Privacy Shield. Così facendo è nato un muro giuridico difficilmente penetrabile tra Europa e Stati Uniti in fatto di trasferimento di dati personali.

La questione è seria e la partecipazione alla consultazione pubblica da parte di tutti gli stakeholder pubblici e privati, preziosa.

IL PROBLEMA NON E’ SOLO CON GLI USA

Lo schema di provvedimento posto in consultazione ha una portata ben più ampia. Infatti, ambisce a identificare garanzie e rimedi utili per trasferire dati personali dall’Europa a un qualsiasi Paese terzo il cui ordinamento non è riconosciuto dalla Commissione europea.

La situazione che si è creata tra Europa e Usa non è unica ma è comune a decine di altri Paesi verso i quali i dati personali in partenza dall’Europa possono dover approdare. Infatti è un errore affrontare la questione guardando solo ai rapporti tra Europa e USA .

COME RISOLVERE IL PROBLEMA

La Corte di Giustizia dell’Unione europea con la Sentenza Schrems II ha accertato che le leggi americane non riconoscono agli interessati un livello di tutela equivalente rispetto a quelle europee.

Non c’è nessun provvedimento che possa essere adottato dall’ EDPB, né da nessuna altra Autorità nazionale di protezione dei dati personali che possa far cambiare la situazione creata dai giudici di Lussemburgoe garantire una prosecuzione generale, serena e ininterrotta dei dati personali tra i due continenti.

Un problema di disallineamento tra due Ordinamenti si risolve solo intervenendo su uno o entrambi gli ordinamenti.

La stessa situazione probabilmente si avrà in relazione alla circolazione dei dati personali tra l’Europa e altri Paesi extra UE.

In assenza di un intervento normativo che allinei i due Ordinamenti disallineati, ci saranno sempre delle ipotesi nelle quali i dati personali non potranno circolare.

L’unica possibile conclusione è che è urgente che le diplomazie europea e statunitense si mettano alla ricerca di una soluzione più definitiva.

Siccome il problema potrebbe riguardare anche altri paesi l’unica vera possibile risposta sta nell’avvio di una discussione nella comunità internazionale. Così facendo si potrebbe identificare uno strumento pattizio capace di garantire la libera circolazione globale dei dati nel rispetto delle garanzie.

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Fonte: Agenda digitale

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