Dopo sette anni dalla sua applicazione, il Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati (GDPR) si prepara a cambiare volto.
Nel 2025 è stata presentata una proposta di riforma per semplificare gli adempimenti, chiarire le regole più controverse e rendere il GDPR più efficace nella pratica, senza perdere di vista la tutela dei diritti fondamentali.
Una riforma che interessa da vicino tutte le aziende, soprattutto le PMI, chiamate a una maggiore responsabilizzazione, con meno obblighi inutili e più attenzione alla sostanza.
Cosa cambia con la riforma GDPR 2025?
La proposta di riforma si concentra su sei aspetti chiave:
1. Registro dei trattamenti: semplificato per le microimprese
Il registro non sarà più obbligatorio per le imprese con meno di 50 dipendenti che non trattano dati particolari o su larga scala.
Anche per le altre realtà, sarà semplificato e standardizzato, per ridurre la complessità burocratica.
2. DPIA: valutazioni d’impatto solo quando servono
Viene chiarito che la DPIA (Data Protection Impact Assessment) non è necessaria per trattamenti ordinari o a basso rischio.
Le aziende potranno così concentrarsi su valutazioni realmente critiche, senza appesantimenti documentali.
3. Codici di condotta: più spazio alla semplificazione settoriale
Il nuovo testo rafforza il valore dei codici di condotta, che potranno diventare strumenti ufficiali per adattare il GDPR ai diversi settori.
Per le PMI, questo significa meno interpretazioni arbitrarie e più linee guida concrete.
4. Consenso vs interesse legittimo: meno ambiguità
Uno dei punti più controversi degli ultimi anni sarà finalmente chiarito: quando si può trattare un dato senza chiedere il consenso?
La riforma offre esempi pratici e confini più netti tra interesse legittimo e consenso esplicito, soprattutto nei trattamenti commerciali.
5. Informative privacy più chiare e accessibili
Le informative dovranno essere brevi, semplici e visivamente leggibili.
L’obiettivo è rendere davvero comprensibile il trattamento dei dati da parte degli utenti, non solo adempiere formalmente.
6. Autorità di controllo: verso più uniformità e tempi certi
Il nuovo GDPR prevede regole comuni per le Autorità di controllo nazionali, con lo scopo di garantire risposte più rapide, uniformi e prevedibili anche nei procedimenti transfrontalieri.
7. Qual è l’impatto sulle imprese?
La filosofia è chiara: meno carta, più sostanza.
Le aziende non saranno più valutate solo per la mole di documenti prodotti, ma per l’effettiva capacità di proteggere i dati personali.
Le imprese dovranno:
- Verificare se sono ancora obbligate a mantenere il registro dei trattamenti;
- Aggiornare informative e documentazione secondo i nuovi standard;
- Riesaminare le DPIA in uso;
- Prepararsi a nuove linee guida di settore tramite i codici di condotta;
- Formare il personale in base alle novità applicative.
GDPR: cambia la norma, ma non cambia la nostra missione
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